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TEATRO DELLA CADUTA

La Compagnia Teatro della Caduta nasce a Torino nel 2003 da un' idea di Massimo Betti Merlin e Lorena Senestro che trasformano una vecchia bottega di quartiere in  un teatro in miniatura con palco all'italiana, sipario a mano, 45 posti a sedere e un palco di 4x3 metri. Un insolito soppalco alle spalle della scena con tanto di pianoforte può accogliere i musicisti. L'arredo intimo e famigliare, realizzato con materiali di recupero e una ristrutturazione molto artigianale, rievoca le atmosfere e il gusto dei cabaret d'inizio secolo.

 

La scelta del quartiere Vanchiglia non è casuale: è vicino al centro cittadino e sembra un paese dentro la città, cosi come questo piccolo teatro, che offre una dimensione umana del teatro in tempi in cui l'offerta di spettacoli e di eventi ha acquisito una portata fuori misura.

Teatro della Caduta
Attori Teatro della Caduta
Caffè della Caduta
Francesco Giorda

È qui, nel teatro di Via Buniva 24, che a partire dal 2005 va in scena il Varietà della Caduta, lo spettacolo che ha reso noto al pubblico il Teatro della Caduta e ha rilanciato lo spettacolo di varietà a Torino. Andato in scena ogni martedì dal 2004 al 2017, ha registra il tutto esaurito per 13 anni, ogni anno con una nuova edizione, accogliendo sul palco artisti sempre diversi e senza provino.

È soprattutto l’esperienza del Varietà della Caduta che ha permesso l’incontro e il confronto direttamente sul palcoscenico tra artisti di discipline molto diverse – musica, teatro, danza e arte di strada. Dalla pratica si è dunque affermata un'idea di teatro dove l’attore è al centro, secondo la tradizione italiana dell’attore mattatore e delle avanguardie artistiche. Il travaso di tecniche ed esperienze tra linguaggi diversi, tra cui l'arte di strada, musica dal vivo, musica contemporanea di nuovi compositori, teatro fisico, clownerie, narrazione, radiofonia e lettura dal vivo, agiscono sul lavoro della compagnia e sull'adattamento per la scena di testi letterari e  dei classici del teatro attraverso riscritture drammaturgiche originali.

La ricerca, l’uso e la valorizzazione dei dialetti per la loro grande affinità con il linguaggio teatrale, in particolare la legittimazione del piemontese nell’ambito di registri diversi dal comico si uniscono alla scommessa di un teatro fruibile a tutti, fuori dalle logiche di nicchia, in grado di raggiungere un pubblico ampio (e vero!). La produzione a basso budget entra a far parte della poetica della compagnia e si manifesta nella realizzazione di scenografie sonore e di luci secondo una filosofia dello spazio vuoto. La prossimità con il pubblico nel lavoro in spazi piccoli e non convenzionali, secondo una pratica site-specific; l’impiego di pratiche e artisti di formazione molto diversa, verso il superamento dei generi (teatro, danza, musica, circo, arte di strada) e la riabilitazione del comico in ambito teatrale (spesso relegato a circuiti popolari e separati.)

La Compagnia raccoglie l’eredità di due luoghi che hanno fatto la storia del fermento teatrale piemontese ed italiano: il Cabaret Voltaire (1975-1995) e il Teatro Juvarra (1988-2000), come è stato riconosciuto negli anni dai loro stessi fondatori. La sua attività di produzione si riallaccia alla tradizione, indirizzandola alla ricerca del nuovo.

Dal 2015 la compagnia è sostenuta e riconosciuta come compagnia di produzione dal Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo.

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